La Chiesa cattolica ha una visione tradizionale riguardo ai percorsi di affermazione di genere, ovvero come le persone esprimono la propria identità maschile, femminile o non binaria quando questa non coincide con il sesso assegnato alla nascita. Com’è noto, il Vaticano si oppone all’idea che possa esistere un’indentità di genere diversa dal sesso biologico. La dottrina cattolica insegna che Dio ha creato uomini e donne con ruoli diversi ma complementari, e ogni tentativo di cambiare questa realtà è considerato contro la volontà divina. Negli ultimi anni, sia il Vaticano che il Papa hanno ripetuto questa posizione, opponendosi alla cosiddetta “teoria o ideologia gender”, che in realtà non esiste (la scienza parla infatti di “studi di genere”). Sabato scorso però un gruppo di cattolici transgender, intersex e i loro genitori ha avuto l’opportunità di incontrare Papa Francesco in Vaticano. Questo incontro, organizzato dall’associazione cattolica americana New Ways Ministry, guidata da suor Jeannine Gramick, ha permesso ai partecipanti di raccontare le loro storie e chiedere maggiore apertura verso le persone transgender. Nell’incontro privato, il Papa avrebbe ascoltato le loro esperienze “con empatia”, sottolineando l’importanza del benessere delle persone. Un segnale considerato da alcuni, pur con le dovute cautele, come potenzialmente positivo per avviare un dialogo più inclusivo all’interno della Chiesa. Leggi anche Suor Jeannine Gramick “riabilitata” da Papa Francesco: “Sogno una Chiesa davvero inclusiva” | Cos’è la cosiddetta “ideologia gender”, chi si oppone e perché