Dopo Renzi, Alfano – e la lista potrebbe continuare – è il turno di Raffaele Fitto. Al parlamento europeo, con discorso alla mano, la pronuncia del Vicepresidente non è solo con caricata da un forte accento italiano: in alcuni passaggi l’intonazione è completamente sbagliata, probabilemente da bocciatura. Nelle ultime 24 ore la prestazione è diventata cliccatissima online e su tutti i social network. Fitto però pronuncia in un inglese zoppicante solo il suo discorso introduttivo: in italiano dà il meglio di sé, sui temi di cui è più competente, la coesione, la programmazione territoriale e il Pnrr. Se Fitto supera con successo l’audizione nei contenuti, lo scoglio è tutto politico. I coordinatori dei gruppi politici decidono infatti di rinviare “a data da definire” il giudizio non solo su di lui ma su tutti i sei vicepresidenti. È il gioco dei veti incrociati con i commissari di ciascun schieramento (popolare, socialista o liberale) tenuto in ostaggio dagli schieramenti avversari.